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11/07/2016 - ARTICOLO TRATTO DA "PRIMA PAGINA" - di Letizia Giello
Tempi di vita e di lavoro, tante leggi ma pochi passi avanti. La salvezza è il welfare aziendale.
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8 MARZO 2016
Il valore aggiunto si chiama DONNA
Oggi è la giornata dedicata alla Donna. E tutti, oggi, sembrano essere dalla parte della donna, anche quelli che, nel profondo della propria mente e del proprio cuore, la pensano diversamente. In verità, in questa giornata celebrativa, non dobbiamo sentirci, quasi obbligatoriamente, dalla parte delle donne.
Dalla parte delle donne dobbiamo essere ogniqualvolta ne vediamo una che lavora, si dedica ai propri anziani o a quelli del marito o compagno, cresce i figli come madre dovendosi molto spesso sostituire al ruolo del padre, e che, nel crocevia dei tanti fronti aperti, si vede costretta a chiedere il part-time (addio carriera!), a pregare l?azienda di venirle incontro per permetterle di conciliare i tempi del lavoro con quelli della propria vita famigliare, o addirittura, meditare di presentare le dimissioni, soprattutto in quelle giornate in cui almeno un bambino è ammalato, l?infermiera telefona che non può venire ad accudire uno dei nonni costretto a vivere in carrozzina e la colf ? se può disporre di una colf. La quotidianità della donna perlopiù è questa, non un?altra, aldilà del ruolo sociale di appartenenza.
Se andiamo a distinguere, partendo dal livello d?istruzione, ci accorgiamo che le donne immatricolate ai corsi universitari sono di un numero superiore rispetto all?uomo, che si laureano prima dell?uomo e con voti più alti: esse, però, scelgono preferibilmente facoltà ad indirizzo letterario e/o ad indirizzo politico sociale o ad indirizzo biologico-scientifico, se queste permettono loro di intraprendere la strada dell?insegnamento che meglio si concilia con i tempi della vita famigliare. Mi sono accorta che questi dati sono in parte peggiorati, se li andiamo a confrontare con quelli del 2001/02 , e mi sono chiesta perché. La risposta è una sola. La causa di siffatto arretramento nelle scelte universitarie sta nella mutata composizione della famiglia, che da estesa si è trasformata in nucleare fino a divenire, a causa di veri e propri " terremoti" sociali , mononucleare, basata quasi esclusivamente su un solo reddito. La donna è sola più che mai, posta di fronte ai fronti aperti di cui parlavamo prima e assillata dai conti che non tornano. L?uomo ha fatto passi avanti, alcuni di loro sono straordinari "mammo" e "babbo", se occorre, ma sono loro stessi condizionati dalla cultura della nostra società che assegna ruoli ben distinti a seconda del genere. Pertanto le donne diplomate e laureate trovano lavoro dopo dell?uomo, mantengono il primo posto per meno tempo e, pur svolgendo le stesse mansioni e ricoprendo lo stesso ruolo, sono retribuite molto meno. Questo gap è il segno evidente della discriminazione di genere sul posto di lavoro. Su questo bisogna lavorare per dare alla donna quello che le spetta per merito.
Penso, infine, a tutte le donne sottoposte allo stress dei turni di notte, dal settore medico e paramedico a quello dell?industria manifatturiera: sollevano malati e danno loro sollievo; sollevano pezzi di manufatti al limite con quanto è loro concesso dalla legge o da particolari prescrizioni mediche(per es. piastrelle, i cui formati sono diventati molto grandi e molto pesanti). Finito il turno di notte, corrono a casa, portano i figli a scuola e poi qualche ora di riposo..
Penso alle docenti, che sono l?80% o addirittura il 100% dei docenti a partire dalla scuola dell?infanzia fino ad arrivare alle scuole superiori, che, pur essendo malpagate, svolgono il lavoro più importante della nostra società, far crescere i nostri figli e nipoti: nonostante ciò sono non adeguatamente apprezzate dall?opinione pubblica in genere, che stima il ruolo del docente ancora un lavoro di cura e, per questo, riservato alle donne, le quali non hanno il tempo e le energie necessarie per combattere fino in fondo la battaglia per essere retribuite al pari degli altri paesi europei. Ma poco importa: tanto i docenti sono donne! Nelle università la situazione è capovolta: insegnare non è più considerato un lavoro di cura, ma di cultura e competenze. Allora avanti gli uomini!
Penso a tante altre donne, ad infinite altre donne che si sono rivolte a me e che mi hanno permesso di condividere con loro un piccolo percorso del loro viaggio nella nostra società, raggiungendomi anche attraverso il Centro Antimobbing "Rodolfo Degoli", da me fondato nel 2005 insieme ad altri coraggiosi amici, accumunati dal bisogno di lottare contro le vessazioni sul posto di lavoro o in qualsiasi altro ambito sociale esse vengano messe in atto.
Ma le donne, ripeto, sono portatrici di un valore aggiunto, in quanto hanno imparato a lavorare contestualmente su tanti fronti, diversi tra loro, e ad organizzarsi cercando di dare sempre il massimo.
[Letizia Giello, segretario generale della Confsal Emilia Romagna]
QUI L'ARTICOLO DI PRIMA PAGINA, "Lettera dedicata alle donne"
25 NOVEMBRE 2014
Nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne? dichiarata la ?guerra? al mobbing
Importante iniziativa nella mattinata odierna nel cuore cittadino: alcuni rappresentanti del Centro Antimobbing ?Rodolfo Degoli? di Modena hanno spiegato alla cittadinanza incuriosita il problema mobbing; vale a dire una forma di violenza sul posto di lavoro di cui sono spesso vittime le donne. Non attribuire al gentil sesso la piena titolarità di tutti i diritti riconosciuti al maschio significa subordinazione e discriminazione e nei casi più gravi porta alla riduzione in schiavitù in alcuni angoli del mondo.
COMUNICATO STAMPA
Campagna Stress Lavoro-Correlato
[art. 28 Dlgs 81/2008]
Il Centro Antimobbing ?Rodolfo Degoli?, Associazione di promozione sociale, sito a Modena in viale A. Corassori, 24 e a Sassuolo in via C. Menotti, 92/2, attivo sul territorio da oltre sette anni, offre sostegno ai lavoratori vittime di vessazioni sul posto di lavoro, oppressi dallo stress lavorativo con disturbi ansioso-depressivi: con il Patrocinio del Comune di Sassuolo ha attivato una campagna di sensibilizzazione e prevenzione sullo ?Stress Lavoro-Correlato?.
Lo Stress da lavoro non è una malattia, ma una condizione di forte sofferenza psico-fisica, che mina in profondità l?identità del lavoratore: ne distrugge l?autostima e l?autoefficacia, lo isola nel contesto lavorativo e familiare ? afferma la Presidente del Centro ?Rodolfo Degoli?, prof.ssa Letizia Giello.
Lo stress da lavoro, se perdura nel tempo, se non affrontato in modo adeguato e tempestivo può essere causa di malattie anche invalidanti con ricadute negative in termini economico-sociali.
Lo stress Lavoro-Correlato coinvolge in Europa oltre 40 milioni di lavoratori, i cui costi in termini di assenteismo e di cura superano i 20 miliardi. Lo stress è al primo posto tra le cause di patologie ed è spaventosamente in crescita.
L?Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro annovera tra le cause più frequenti dello stress lavoro-correlato non solo l?aumento dell?incertezza e della precarietà, la paura per la perdita del posto di lavoro, alti carichi di lavoro, le pressioni del management, le forti emozioni, il senso di inadeguatezza, ma anche le vessazioni sui luoghi di lavoro riconducibili al fenomeno del mobbing e la mancata conciliazione dei tempi di lavoro e di vita.
I campanelli d?allarme, a cui prestare attenzione e da non sottovalutare, possono essere davvero diversi: una continua sensazione di stanchezza, attacchi di ansia, depressione, disturbi del sonno, irritabilità, cefalea, solo per citarne alcuni.
?Il benessere sul posto di lavoro è un diritto-dovere da difendere insieme- aggiunge la presidente del Centro Letizia Giello- questa campagna nasce per far sapere ai lavoratori che non devono sottovalutare il problema, che la loro cultura sul posto di lavoro deve cambiare e che, in questa assunzione di responsabilità, non sono soli: al Centro Antimobbing possono trovare aiuto, supporto e molto spesso anche la soluzione al proprio disagio lavorativo.
La capacità di gestire lo stress sul posto di lavoro aiuta, infatti, a migliorare la salute psico-fisica, a trasformare un sicuro fallimento sul lavoro in un vero e proprio successo, ad interagire in modo positivo con gli altri, che, a loro volta, ne traggono giovamento?
?Il successo del Centro ?Rodolfo Degoli? è nelle competenze e nelle capacità dei suoi operatori (il direttore del Centro, dr. De salvo Natale; la psicologa e psicoterapeuta, dr.ssa Laura Cervone; la dr.ssa Albina Faiella, addetta alla comunicazione e tanti altri?che ogni giorno danno il proprio contributo, piccolo o grande che sia) conclude soddisfatta Letizia Giello.
La campagna ha inizio ufficialmente oggi, 30 novembre, con un banchetto allestito in piazza Garibaldi, a Sassuolo, dalle 9.30 alle 12.30: saranno distribuiti volantini e date tutte le informazioni a chiunque voglia fermarsi. Da domani si potrà telefonare al numero - 34228821123 ? riservato a chi desidera prendere appuntamento per ricevere aiuto e sostegno.
Si ringraziano il sindaco di Sassuolo, Luca Caselli, gli assessori Antonio Orienti e Claudia Severi, che hanno creduto nell?iniziativa e che hanno fatto in modo che il Centro Antimobbing ?Rodolfo Degoli? potesse realizzarla.
Letizia Giello, Presidente Centro Antimobbing ?Rodolfo Degoli? [342 8821123 ]
COMUNICATO STAMPA
SPORTELLO DI AIUTO
CONTRO LO STRESS LAVORO-CORRELATO
APERTO A TUTTI I LAVORATORI E DATORI DI LAVORO
Il Centro Antimobbing ?Rodolfo Degoli?, Associazione di promozione sociale, sito a Modena in viale A. Corassori, 24 e a Sassuolo in via C. Menotti, 92/2, attivo sul territorio da oltre sette anni, offre sostegno gratuito ai lavoratori e ai datori di lavoro oppressi dallo stress lavorativo e da vessazioni sul posto di lavoro.
Con il Patrocinio del Comune di Sassuolo, il Centro Antimobbing ha attivato, dal mese di novembre 2012, una campagna di sensibilizzazione e prevenzione sullo ?Stress Lavoro-Correlato?, come previsto dall?art.28 del Testo Unico sulla sicurezza (Dlgs 81/2008).
Lo Stress da lavoro non è una malattia, ma una condizione di forte sofferenza psico-fisica, che mina in profondità l?identità del lavoratore distruggendone l?autostima e l?autoefficacia, isolandolo nel contesto lavorativo familiare e sociale.
L?aiuto è sia per i lavoratori sia per i datori di lavoro: la ricaduta positiva, infatti, è avvertita tanto nella sfera personale e familiare quanto nella vita lavorativa all?interno dell?azienda.
Tra le iniziative promosse con la campagna contro lo stress lavoro-correlato è previsto anche un servizio di consulenza telefonica aperto a tutti i lavoratori e ai datori di lavoro:
Il Centro Antimobbing ?Rodolfo Degoli?
presenta
?MAI PIU? INDIFESI CONTRO LO STRESS!?
(scarica la brochure)
Il gruppo di ascolto dello stress lavorativo:
Il gruppo di ascolto dello stress lavorativo è un utile strumento per acquisire maggiori competenze di gestione e risoluzione del proprio stress con effetti positivi anche in altri ambiti importanti della propria vita quali, la famiglia, il rapporto di coppia, il rapporto coi figli, il tempo libero e così via.
In particolare, si propone di:
- fornire un contesto ?neutrale?, ?supportivo e contenitivo?, in cui ognuno può parlare di sé, della propria situazione lavorativa, di ciò che lo tormenta, per trarre, da questo, subito un profondo senso di benessere catartico;
- capire come il lavoro può interferire negativamente nei rapporti interpersonali e familiari, con l?immagine che si ha di se stessi e del proprio corpo;
- acquisire nuove abilità di problem solving e di gestione dello stress.
A chi è rivolto:
a tutte le persone che sentono il bisogno di parlare della propria esperienza lavorativa, in quanto fonte di stress e di insoddisfazione, e di acquisire, quindi nuove strategie per far fronte a tali difficoltà.
Che cosa è:
· non è soltanto un luogo dove potere dare voce alle proprie emozioni e ai propri sentimenti;
· ma è un utile strumento per riuscire a condurre una vita meno afflitta dallo stress causato dal disagio lavorativo.
Durata e costo degli incontri:
Il gruppo di ascolto si attiva per un minimo di 5 persone
Gli incontri, 8 in tutto, sono a scadenza settimanale (o quindicinali) della durata di un?ora e mezza ciascuno.
La partecipazione comporta l?adesione all?Associazione (scaricare il modulo di adesione dal sito)
Il costo è di 100,00 euro per otto incontri (12,50? per seduta).
Chi coordina il gruppo:
La psicologa e psicoterapeuta del Centro Antimobbing
per informazioni contattare: